Elizaveta è una modella canadese, ha gli occhi chiari, lunghi capelli biondi ed è bellissima.
Nel 2014 aveva 24 anni e una vita meravigliosa. Viaggiava continuamente, da New York a Milano, da Londra a Hong Kong. Il mondo della moda era ai suoi piedi. Aveva un compagno che l’adorava e aspettavano un bambino.
Una mattina di maggio si svegliò con una guancia gonfia e dolorante. Passavano i giorni e le settimane ma il dolore era sempre più insopportabile e dopo due mesi di controlli medici ecco la diagnosi terribile: Elizaveta era affetta da una rara forma di osteosarcoma alla mandibola.
Per poter sopravvivere avrebbe dovuto rimuovere immediatamente la mandibola e sottoporsi a lunghi cicli di chemioterapia. I medici le consigliarono di interrompere la gravidanza perché la lunga anestesia sarebbe stata un rischio troppo alto per il bambino, che avrebbe comunque avuto la quasi certezza di rimanere disabile.
In pochi istanti il futuro di Elizaveta fu spazzato via, la sua carriera con i colori e le luci si era conclusa, i suoi sogni spezzati in mille pezzi. Avrebbe dovuto rinunciare anche al suo bambino, che sentiva già muoversi dentro di lei e con il quale si divertiva a parlare.
Le restavano il buio di un presente spaventoso e un nemico grande da affrontare.
Si sottopose a un delicato intervento chirurgico durato 16 ore per l’asportazione quasi completa e la parziale ricostruzione della mandibola. L’intervento andò bene ma le fu necessario almeno un mese per trovare il coraggio di guardarsi di nuovo allo specchio.
La data dell’aborto intanto era stata fissata, Elizaveta sentiva ancora il bimbo muoversi dentro di lei e gli chiese di non muoversi più, perché sapeva che ormai non avrebbe più potuto portare avanti la gravidanza. Ma fu in quel momento, quando il bimbo smise davvero di muoversi, che Elizaveta comprese quanto quel legame d’amore fosse già forte e intenso, e decise che non avrebbe rinunciato a lui.
D’accordo con l’equipe di medici i cicli di chemioterapia vennero rinviati per poter portare il più avanti possibile la gravidanza. Valentin nacque prematuro, alla trentesima settimana, ma fortunatamente era un bimbo forte e sano e da quel momento sarà la fonte di tutta l’energia e il coraggio della mamma, soprattutto nei momenti più difficili.
Dopo un altro anno di cicli di chemioterapia, dopo tante ferite e difficoltà fisiche, Elizaveta è guarita e ha voluto condividere la sua storia pubblicando su Instagram il suo percorso di guarigione per dare forza a chi sta lottando per la propria salute.
Elizaveta non ha solo sconfitto l’osteosarcoma. Grazie alla sua testimonianza impariamo che si può trarre forza dalle proprie fragilità. Come avviene nell’antica arte giapponese del kintsugi che usa l’oro per riparare gli oggetti che si sono rotti per renderli unici e preziosi oltre che più forti, anche le cicatrici di Elizaveta sono diventate una fonte di forza e parte integrante della sua nuova bellezza.